Formazione Formatori
I MOLTI MODI DI FARE LEZIONE
Primo incontro
7 maggio 2020 dalle ore 10:00 alle ore 12:00
Lezione attiva su “I molti modi di fare lezione”
Secondo incontro
14 maggio 2020 dalle ore 10:00 alle ore 12:00
Esercitazione pratica con micro-lezioni dei partecipanti su temi concordati nel primo incontro e relativo debriefing
RELATORE
PROF. AVV. GIOVANNI PASCUZZI
CONDUCE E MODERA
AVV. FLAVIO RATTI
Direttore della Scuola forense di Monza, Avvocato in Monza e Formatore Formatori
c/o la Fondazione Forense di Monza e la Scuola Superiore dell’Avvocatura
Post eventum. Intervista rilasciata a Giulia Merlo per “Il Dubbio”, 15 maggio 2020
LA DIDATTICA A DISTANZA ALLA PROVA DEL VIRUS
«Le lezioni via web hanno potenzialità da poter sfruttare»
GIULIA MERLO
Lo schermo dei computer è sempre più la finestra che ci proietta nel mondo, almeno in tempo di emergenza sanitaria. Per alcuni era già una realtà consolidata, per altri è stata una necessaria scoperta: in ogni caso, il Coronavirus ha trasformato la connessione ad internet nel bene più prezioso dopo la salute. Nell’universo variegato della formazione, tuttavia, l’online è stato anche qualcosa di più: ha permesso di non interrompere non solo le lezioni della scuola dell’obbligo, ma anche i corsi universitari e i corsi di formazione.
A cimentarsi con il nuovo strumento, sia sul fronte della docenza universitaria che della formazione, è stato il professor Giovanni Pascuzzi, docente di diritto privato comparato all’università di Trento e autore di saggi in tema di formazione come “Avvocati formano avvocati” e il più recente “Giuristi si diventa. Come riconoscere e apprendere le abilità proprie delle professioni legali”. Nel mese di marzo, infatti, avrebbe dovuto tenere un corso per formatori presso la scuola forense di Monza, ma l’evento non ha potuto svolgersi a causa del coronavirus. «Allora abbiamo deciso di spostare il corso sul web, attraverso la piattaforma zoom. L’oggetto erano le strategie didattiche per fare formazione agli avvocati e l’evento ha riscosso comunque successo, con un alto livello di attenzione e di partecipazione, anche con avvocati provenienti da fori lontani, come Napoli, che altrimenti forse non avrebbero preso parte agli incontri», ha raccontato Pascuzzi. Lo spostamento sul web ha costretto però di dividere in due parti il seminario inizialmente pensato della durata di quattro ore, ma è stato comunque possibile svolgere anche l’esercitazione pratica: «Nella seconda parte dell’incontro, cinque colleghi hanno simulato 15 minuti di lezione e poi c’è stato il dibattito». Il tutto, sempre online.
Il bilancio, alla fine, è stato «positivo» e lo strumento multimediale ha mostrato tutti i suoi pregi, ma anche qualche difetto. Il primo è quello di capire come reagisce chi ascolta il docente: «Ma è un problema anche nella didattica tradizionale: con 200 persone in aula è impossibile per il professore sapere che tutti stiano attenti». Zoom, in questo senso, offre un vantaggio in più: «Grazie alla webcam, ho potuto vedere i primi piani di tutti i 42 partecipanti al corso». Inoltre, proprio la possibilità di partecipare da casa propria ha favorito le iscrizioni anche di chi, altrimenti, avrebbe dovuto percorrere molti chilometri.
«La didattica frontale e quella via web sono strumenti diversi, uno somiglia al teatro, l’altro al cinema. Si può dire che uno sia meglio dell’altro? Io credo di no, sono solo mezzi diversi», ha commentato Pascuzzi, sottolineando come il problema primario sia solo quello di «trovare il modo corretto di approcciarci al nuovo strumento, che bisogna imparare ad usare al meglio per sfruttarne tutte le potenzialità». Viene da chiedersi, dopo tutto lo sforzo organizzativo e formativo che questa fase eccezionale ha richiesto, cosa resterà di questa nuova infrastruttura online. «Io credo che qualcosa resterà, perché stiamo tutti imparando qualcosa. La prima, è che molte riunioni possono perfettamente svolgersi in via telematica e si risparmia molto tempo». Inoltre, sul fronte universitario «la frequenza degli studenti è aumentata, in particolare quella degli studenti lavoratori che possono seguire le lezioni registrate». Insomma, di questa esperienza obbligata con il web va fatto tesoro.
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