A questo paese serve credibilità: a tutti i livelli. È l’affermazione che chiude l’editoriale del Direttore Faustini di domenica scorsa. Impossibile dissentire. Ma quali sono gli ingredienti della credibilità? Proviamo a redigere un piccolo inventario (senza pretesa di esaustività).
1) Onorare gli impegni. Credibile è chi mantiene le promesse. Si ricordi il vecchio proverbio: “ogni promessa è debito”. La promessa può essere parte di un patto o di un contratto (e “pacta sunt servanda”). Ma più spesso è un impegno unilaterale a fare qualcosa. Non a caso l’espressione “onorare gli impegni presi” fa riferimento alla parola “onore” e quindi alla dignità e alla reputazione di una persona. Chi disattende la parola data diventa inaffidabile: può dire qualsiasi cosa tanto sono parole al vento.
2) Essere coerenti. Credibile è chi fa le cose che dice. L’antitesi, quindi, del “predicare bene e razzolare male”. Credibile è chi mantiene la coerenza dei comportamenti; che non vuol dire non cambiare mai idea, ma ammettere che la si è cambiata spiegando il perché. Credibile è chi dà l’esempio: più che con le parole, agisce con i fatti e non si permette di chiedere agli altri di osservare un certo comportamento se egli stesso non lo osserva. Credibile è chi testimonia i valori dichiarati.
3) Possedere le competenze necessarie. Credibile è chi si mostra all’altezza del ruolo che assume. A nessuno verrebbe in mente di farsi operare da uno che medico non è; per questo è particolarmente grave il comportamento di chi fa credere di essere medico senza esserlo.
4) Assumersi le responsabilità. Credibile è chi non si nasconde né tanto meno fugge ma, evitando lo scaricabarile, assume su di sé tutte le conseguenze dei propri comportamenti.
5) Non usare due pesi e due misure. Credibile è chi usa lo stesso parametro di giudizio nel valutare situazioni simili e non tratta con severità i nemici e con indulgenza gli amici. Più in generale, si tratta di non confondere il diritto con il favore.
6) Non far prevalere l’interesse personale. Credibile è chi non antepone sempre e comunque il proprio tornaconto o quello dei propri familiari in ogni situazione. Specie quando riveste posizioni di potere. Credibile è chi impone a se stesso standard di comportamento addirittura più severi di quelli ordinariamente richiesti.
7) Uniformare i comportamenti in pubblico e in privato. Credibile è chi in pubblico osserva gli stessi principi di comportamento che osserva anche in privato; e viceversa. È forse il modo migliore per dimostrare che si crede veramente nei valori che si dice di professare. Non puoi difendere i valori della famiglia tradizionale se sei un pluridivorziato.
8) Evitare le ambiguità e gli ammiccamenti. Non è credibile chi non è chiaro e si rifugia nella zona grigia dell’indistinto specie quando questo è il mezzo per non accettare fino in fondo le conseguenze di un precetto morale a cui si dice di voler sottostare. Ogni forma di elusione è ambigua. Ogni ambiguità disorienta e mina la credibilità. Credibile è chi sostiene sempre le medesime tesi senza cambiarle in funzione dell’uditorio che ha di fronte al solo fine di compiacere ora questo e ora quello e, alla fine, tutti. Non è credibile chi dice tutto e il contrario di tutto.
9) Non indulgere in bizantinismi. Credibile è chi non usa le competenze comunicative ed ermeneutiche per far cambiare significato alla cose che ha detto e scritto, così da far apparire bianco ciò che è nero e nero ciò che è bianco. Occorre adeguarsi ad un’etica dell’interpretazione per cui la clausola: “usciamo a cena e pago io” non può diventare “usciamo a cena e paghi tu”.
10) Alimentare la fiducia. Credibile è chi riesce a creare un clima di fiducia intorno a sé e lo fa accordando fiducia agli altri. Credibile è chi non tradisce. Tra credibilità, fiducia e affidabilità c’è un continuum.
La mancanza di credibilità mina la coesione sociale perché fa venir meno la fiducia. E senza fiducia reciproca nulla può essere costruito.