Si stanno moltiplicando le iniziative tese a premiare i cittadini che tengono comportamenti virtuosi.
Un primo esempio viene dal Comune di Roma che ha varato una piattaforma di premialità denominata «Citizen Wallet» (https://tinyurl.com/2s4befme). Il sistema consente al cittadino che si impegna a migliorare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della città di ottenere punti che possono essere convertiti in premi (beni e/o servizi sostenibili) offerti da Roma Capitale e dai suoi partner. Nella fase iniziale sono state individuate due tipologie di comportamenti virtuosi che consentono di accumulare punti e accedere alle premialità: la compilazione del questionario sui servizi online di Roma Capitale e l’utilizzo del servizio «tap&go» dell’azienda dei trasporti.
Secondo notizie di stampa, il Comune di Bologna si propone di adottare un meccanismo analogo. Il cittadino avrà un riconoscimento se differenzia i rifiuti, se usa i mezzi pubblici, se gestisce bene l’energia, se non prende sanzioni dalla autorità municipale, se risulta attivo con la Card cultura. A questi comportamenti virtuosi corrisponderanno dei punti che i bolognesi potranno poi spendere in premi in via di definizione (ad esempio: sconti su prodotti, attività culturali e così via).
Sempre a Bologna è stato sperimentato per la prima volta il “Progetto Pollicino”, un’indagine statistica attraverso la quale il cittadino è stato invitato a condividere i propri dati (apparentemente in forma anonima), per consentire un’analisi della mobilità (https://tinyurl.com/328x62bj). Al termine dell’indagine, è previsto che gli aderenti ricevano premi offerti dai partner privati del Progetto.
Ampia eco sui mass media ha avuto l’istituzione da parte del Comune di Fidenza della «Carta dell’assegnatario» di un alloggio comunale. Ogni assegnatario ha un punteggio iniziale pari a 50 punti. Ogni comportamento non virtuoso comporta una decurtazione del punteggio. Ad esempio: danneggiare le parti comuni, oltre alla sanzione pecuniaria, comporta la decurtazione di 20 punti. Stesso numero di punti si perdono anche se si reca disturbo agli altri inquilini. L’esaurimento dei 50 punti comporta la risoluzione del contratto di locazione. Mentre agli assegnatari che, per un periodo consecutivo di tre anni, non incorrono in sanzioni è attribuito automaticamente un incremento di 5 punti, fino al raggiungimento del punteggio massimo di 65 punti.
A ben vedere non si tratta di strumenti totalmente nuovi. Basti pensare alla patente a punti: ad ogni patente di guida è assegnato un punteggio iniziale di 20 punti, che diminuisce ogni volta che viene commessa una infrazione di una certa gravità ovvero che aumenta se non si commettono violazioni al Codice della strada.
Cionondimeno le iniziative prima ricordate stanno suscitando molte perplessità. Ai primi di giugno, il Garante per la protezione dei dati personali ha comunicato di aver aperto tre istruttorie considerando «preoccupanti i meccanismi di scoring che premiano i cittadini virtuosi» (https://tinyurl.com/2859m7dk). Il Garante è allarmato dai rischi connessi a meccanismi di profilazione che possono comportare una sorta di “cittadinanza a punti” e dai quali possono derivare conseguenze giuridiche negative sui diritti e le libertà degli interessati, inclusi i soggetti più vulnerabili.
Le iniziative citate ricordano il “Sistema di credito sociale” che la Repubblica popolare cinese sta sviluppando per classificare la reputazione dei propri cittadini. Tale sistema può diventare uno strumento di sorveglianza di massa basato su tecnologie per l’analisi dei big data. Il sistema si compone di tre elementi: i database che contengono le informazioni sugli individui; una griglia di ricompense e punizioni; un’interfaccia che consente di accedere ai dati ammessi alla libera circolazione (https://tinyurl.com/2p9zdbpu).
Compito delle regole è orientare i comportamenti delle persone. L’approccio classico sanziona i comportamenti non voluti. Un diverso approccio mira invece a premiare i comportamenti ritenuti virtuosi. Così, per fare un esempio, anziché punire chi lascia i rifiuti a casaccio si premia chi fa correttamente la raccolta differenziata.
Questa diversa logica è proprio quella sottesa alle iniziative ricordate in apertura.
Gli aspetti problematici nascono quando si aspira ad usare quella logica su larga scala, usando moli enormi di dati elaborati in maniera automatica al fine di creare una classificazione di massa dei cittadini sulla base dei punteggi assegnati a ciascuno di loro. Tra gli aspetti problematici si possono citare:
a) l’omologazione del concetto di cittadinanza (base della democrazia) alle dinamiche proprie del marketing e della fidelizzazione del cliente/consumatore;
b) la possibilità che i gruppi sociali con basso punteggio vengano sempre più emarginati;
c) l’opacità degli algoritmi che generano i punteggi con conseguenti possibili abusi.
Non è un caso, del resto, che la proposta di Regolamento dell’Unione europea sull’intelligenza artificiale mira a vietare i sistemi che valutano l’affidabilità delle persone sulla base del loro comportamento sociale mediante un punteggio atto a determinare un trattamento pregiudizievole o sfavorevole.
Siamo di fronte ad una ennesima sfida e alla necessità di coniugare il perseguimento di obiettivi meritevoli con la tutela dei diritti fondamentali.