Cyberdiritto, 30 anni dopo….

DiGiovanni Pascuzzi

30 Giugno 2024

Dedicai l’estate e buona parte dell’autunno del 1994 alla stesura di Cyberdiritto.

Sarebbe apparso in libreria nei primi mesi del 1995.

Ricordo quando proposi il progetto alla casa editrice e in particolare a Federico Enriques. Fu lui a proporre il titolo e io accettai di buon grado.

Fu un libro stampato ancora in maniera tradizionale. Io fornii i “lucidi” e poi corressi le “ciano” (così, allora, erano chiamate le bozze): i pdf erano di là da venire.

30 anni dopo, visto che il libro è ormai fuori commercio, con il consenso dell’editore, pubblico sul mio blog il testo completo del libro.

Riletto oggi sembra un punto di partenza, una fotografia del “come eravamo”.

Di foto (“screenshot”) ce ne sono molte. Era un mondo soprattutto in bianco e nero e (come si diceva allora) in “interfaccia carattere”.

Era l’epoca in cui si discettava della distinzione tra “informatica giuridica” e “diritto dell’informatica”.

Internet era apparsa da poco e ancora esistevano altre reti per collegarsi alle banche dati (in particolare: le reti a commutazione di pacchetto).

Internet si navigava con gli strumenti NIR (Network information retrieval). Nel 1994 il protocollo “http” muoveva i primissimi passi e l’unico browser grafico era “Mosaic”.

La parte più significativa del libro era dedicata a contenuti e modalità di interrogazione delle principali banche dati giuridiche italiane e straniere allora esistenti.

Nella seconda parte mi occupavo dell’informatica applicata all’apprendimento del diritto e di intelligenza artificiale (nella forma degli, allora, cosiddetti “sistemi esperti”).

In nuce c’erano tutti i temi che poi avrei affrontato nei libri che ho scritto negli anni successivi (“Il diritto fra tomi e bit”; “Il diritto dell’era digitale”; “La cittadinanza digitale” e altri ancora).

Ebbe un discreto successo, con ampia diffusione per un libro giuridico. Fu segnalato anche dal Corriere della Sera e da l’Espresso.

Non partecipo alla querelle se sia stata la prima guida italiana ad Internet. Penso, però, si possa dire che non erano tanti i libri che in precedenza avessero trattato della “regina delle reti” in ambito giuridico.

Inutile dire che potei realizzare il libro grazie alle attrezzature informatiche che trovai giungendo nell’Università di Trento (l’Ateneo nel quale ho insegnato per 30 anni). I servizi poi diventati dotazione comune, trovano origine nella scelta operata allora di creare, a Giurisprudenza, un’aula informatica a servizio degli studenti.

Di seguito il testo del libro. Non mi meraviglierei se chi dovesse sfogliarlo lo trovasse in alcuni punti un po’ “ingenuo”. Ma l’ingenuità è la caratteristica di chi si affaccia alle cose nuove. E anche Internet, i problemi giuridici ad essa connessi e gli studiosi di tutto ciò hanno avuto una loro giovinezza.

Pascuzzi_Cyberdiritto_1995

 

 

 

 

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