Un paio di episodi hanno avuto vasta eco.
Parto da quello della pugile algerina alle olimpiadi. In tanti hanno ritenuto di poterne stabilire il sesso (o addirittura le caratteristiche genetiche) semplicemente guardando qualche suo fotogramma in tv. Sappiamo che si chiama “semeiotica” (o semiologia) la disciplina medica che ha per oggetto il rilievo e lo studio dei segni che orientano verso la diagnosi. Ma chi ha fatto la “diagnosi” nel modo prima ricordato non ha fatto leva sulle proprie competenze: ha assunto come parametro unico di valutazione le proprie impressioni. Qualcuno ha concluso che un incontro tra la pugile algerina e una pugile italiana non fosse equo: la semeiotica “pret a porter” come base anche della valutazione etica.
Il secondo caso riguarda un manuale di Diritto privato (pdf 1pdf 2) scritto da un cattedratico in pensione nel quale si afferma che: a) le magistrate donne hanno un equilibrio molto instabile (pdf 3) e b) i magistrati in genere appartengono non di rado alla categoria degli psicolabili. A sostegno della prima affermazione ci si sarebbe aspettato la produzione di centinaia di casi dai quali ricavare la prova dell’equilibrio instabile delle donne: invece viene citato un unico precedente di 17 anni fa (che forse può vuol significare che dopo non ci sono più stati esempi eclatanti di instabilità). A sostegno della seconda affermazione non viene citato uno studio scientifico condotto da psichiatri che, dopo aver esaminato un campione rappresentativo di giudici, comprovi che buona parte della categoria è composta da psicolabili (qualunque cosa la parola significhi) ma si dice che così afferma un singolo “giudice non corporativo” (che è come dire: “è vero perché lo dice mio cugino”). La libertà di parola, di ricerca e di insegnamento sono sacre. Ma esiste un metodo scientifico che impone di portare prove e argomenti convincenti ed esaustivi a sostegno di ogni affermazione.
I due episodi hanno in comune la tendenza a considerare vero ciò che si pensa: ovvero le proprie convinzioni (e i propri pregiudizi) senza preoccuparsi più di tanto di trovare elementi che diano fondamento a ciò che si dice.
Purtroppo, sta diventando un modo di agire sempre più diffuso. Qualcuno ricorderà che durante il lockdown un famoso cantante disse: «Io conosco un sacco di gente e nessuno è finito in terapia intensiva: per cui dov’era tutta questa gravità della pandemia?». E si trattava anche lì di un modo di ragionare diffuso: siccome tra i miei amici nessuno si è ammalato in modo grave vuol dire che la pandemia non esiste (un po’ come Don Ferrante, nei Promessi Sposi, per il quale il contagio da peste non esisteva perché non apparteneva a nessuno dei generi di cose che egli conosceva). In sintesi: diventa vero ciò che emerge dalla propria esperienza diretta e ciò che deriva dalle proprie convinzioni e dai propri stereotipi.
Assistiamo ad un paradosso. Per un verso viviamo in un mondo sempre più complesso con problemi sempre più difficili da risolvere. Per altro verso pensiamo che ciò che crediamo di sapere sia la verità e che sia sufficiente ad affrontare i problemi del mondo. Il che porta molti a fidarsi di soggetti senza reali competenze che però sono bravi a convincere le persone di avere in tasca la soluzione per i problemi del mondo semplicemente perché mostrano di vedere le cose nel modo nel quale si desidera vedere le cose (ovvero: perché hanno le stesse convinzioni maturate in modo epidermico, spesso sulla base di impulsi emotivi o per effetto del desiderio di coltivare un proprio interesse).
Due considerazioni finali.
Uno. L’Unione Europea ha intrapreso una vera e propria battaglia contro la disinformazione. Occorre riflettere sul fatto che forse la disinformazione più che una minaccia esterna (le lobby, le potenze straniere, i fake dell’intelligenza artificiale) è un atteggiamento interno delle persone che non si preoccupano di verificare quello che pensano e dicono.
Due. Si dice che viviamo in una società sempre più egoistica in cui ognuno bada solo al proprio interesse. Ma se le persone non si preoccupano di dare fondamento alle proprie convinzioni siamo sicuri che siano davvero in grado di capire quale sia il proprio interesse?

Alto Adige 13 agosto 2024

l’Adige 14 agosto 2024

 

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